Per produrre un buon contenuto sono necessari due momenti: quello della prima scrittura e quello dell’editing. È fondamentale infatti scrivere di getto tutto quello che si ha da dire, senza fermarsi, senza stare a guardare la forma. Una sorta di brutta copia che andremo ad affinare in un secondo momento, appunto. Dico che sono due fasi necessarie, che non possono accorparsi in una sola proprio perché c’è bisogno della spontaneità della prima. La seconda, l’editing di un testo, serve a confezionare al meglio il messaggio che vogliamo trasmettere.
Ma ecco, dopo la prima scrittura di getto, come si fa l’editing di un articolo o di un racconto?
Quello che scrivo ora è frutto della mia esperienza personale, una ricetta che dunque si adatta a me e non è detto sia perfetta per tutti. Ma magari può esserti d’aiuto.
Il mio processo di editing è strutturato in questi step:
- Lascia passare del tempo dalla prima scrittura
- Fai ordine nel messaggio
- Concentrati sulla grammatica
- Rileggi e taglia, taglia, taglia
- Caccia ai refusi
- Scrivi titolo e meta description
Ovviamente per un blog post, per un articolo su una rivista importante, per una newsletter o ancora per un racconto, le tempistiche di queste fasi possono essere più o meno lunghe. Ma l’importante è che ci siano sempre.
Lascia passare del tempo dalla prima scrittura
Per prima cosa è utile lasciar passare del tempo tra la scrittura della “brutta copia” e la fase di editing. Bisogna distaccarsi dal testo e dedicarsi ad altro. Liberare la testa. In questo modo torneremo sul nostro testo con la giusta lucidità, rinnovate energie e magari anche qualche spunto in più.
Quanto tempo? La ricetta perfetta non esiste. Ognuno valuta sulla sua esperienza. Se qualche giorno, una settimana, un mese… Per capirlo bisogna provare, finché non capiamo qual è la soluzione che meglio si adatta a noi.
Fai ordine nel messaggio
Passato quindi il tempo necessario, procediamo a una rilettura complessiva. Un momento che serve per capire se nel pezzo ci sono tutte le informazioni che volevamo. Ciò che abbiamo scritto trasmette al nostro pubblico il messaggio di partenza che ci ha portato a scrivere quel contenuto?
Questa è quindi la fase in cui farsi delle domande. Il testo è utile al lettore? Cosa volevo comunicare? Ci sono riuscito o devo spiegarmi meglio?
Nessuna paura, i dubbi fanno bene. E questo è il momento in cui tirarli fuori tutti. Se le risposte che ci diamo sono negative, ovvero abbiamo mancato il focus, dovremo procedere a una profonda riscrittura.
Se invece siamo soddisfatti, andiamo avanti…
Concentrati sulla grammatica
La fase che segue è quella che deve rimediare alle bizze della scrittura di getto. Mi riferisco in particolar modo alla grammatica, all’italiano corretto che tanto amo. E penso anche tu, se no non saresti qui a leggere questo post.
In questo momento dell’editing sistemiamo tutti gli errori. I refusi, le ripetizioni, le brutture e le imprecisioni linguistiche che ci siamo concessi in fase di stesura, in nome di una scrittura veloce ed esauriente.
Ti sta piacendo quello che stai leggendo?
Rileggi e taglia, taglia, taglia
Terminato il controllo grammaticale, inizia la fase più delicata e difficile, ma anche più stimolante. Ovvero andare al nocciolo della questione, eliminare il superfluo.
Rileggiamo nuovamente il nostro testo e tagliamo tutto quanto è inutile. A cosa mi riferisco? A frasi che ripetono lo stesso concetto, aggettivi enfatici, avverbi mollati un po’ qui e un po’ lì oppure periodi che allontanano dal focus principale (quest’ultimi possiamo usarli come spunto per altri articoli).
Ciò che non aggiunge nulla al nostro messaggio, appesantisce la lettura. Fa in modo che il lettore si allontani dal testo, si stufi presto e non torni più da noi. A nessuno piace perdere tempo, giusto?
È il momento di fare tante prove: chiedersi se il messaggio arriva al lettore comunque senza quell’avverbio, se possiamo farci capire con una frase in meno e così via. Dobbiamo far dimagrire il testo. Perché solo così catturiamo l’attenzione delle persone, rendiamo loro facile l’esperienza della lettura e valorizziamo il concetto su cui stiamo lavorando.
Un testo per essere efficace non deve essere per forza lungo, non deve essere infarcito di termini tecnici e nemmeno uno sfoggio di figure retoriche. Come detto, questa è una fase delicata, che richiede diverse letture. Anche a voce alta e, perché no, fatte a una persona di cui ci fidiamo, che ci ascolta e valuta la comprensibilità.
Il segnale che siamo arrivati alla versione finale è uno: lo racconteresti così a un amico, senza una parola di più e una di meno?
Caccia ai refusi
Arrivati a questo punto, è necessaria una rilettura finale per assicurarsi che nel nostro testo non ci siano refusi, fastidiosi errori di battitura. È una fase che possiamo fare noi, ma che è ancora meglio se la svolge qualcun altro. Questo perché essendo noi gli autori del testo, sappiamo benissimo cosa stiamo leggendo, cosa ci aspetta parola dopo parola. E quindi il nostro cervello è predisposto a leggere correttamente anche se c’è un refuso.
Il consiglio quindi è di fare leggere il testo a un’altra persona, che con occhio esterno sarà in grado di scovare errori che noi non vediamo più per abitudine.
Scrivi titolo e meta description
È solo a questo punto che decido quale titolo applicare al pezzo. Anche su questo ci sono diverse scuole di pensiero. Molti partono dal titolo, soprattutto ora che la SEO ha un ruolo fondamentale per chi scrive contenuti. Io preferisco comunque farlo alla fine perché spesso capita che in fase di scrittura il messaggio cambi leggermente, prenda o perda alcune sfumature che inizialmente non avevo considerato. Solo a contenuto completato mi sento in grado di racchiuderlo in un titolo rappresentativo del messaggio.
Sempre in questa frase scrivo anche il sommario, quello che in termini SEO è la meta description. Assicurandomi di riassumere in due righe il contenuto dell’articolo. Un’anticipazione che metta voglia di leggere tutto il pezzo. E ora siamo pronti alla pubblicazione!
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L’editing di un testo è dunque una fase fondamentale, imprescindibile. Per un giornalista, per un blogger, per uno scrittore o per un copy. Non possiamo pensare di scrivere un testo che vada subito bene. Perché il messaggio si affina lavorandoci su e perché obbligandoci al buona la prima finiremmo per censurarci. Il nostro cervello si preoccuperebbe di più di scrivere un contenuto che vada subito bene, senza far fluire con naturalezza tutti i concetti necessari.
Quindi, per prima cosa abbandoniamoci al flusso “senza regole” della scrittura di getto, poi interveniamo con tutti gli step necessari a un buon editing.
E tu come lo fai? Quali difficoltà incontri e dove pensi di poter intervenire? Fammelo sapere nei commenti o scrivimi.
Buona scrittura! E buon editing!
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